“Davanti all’oceano, il sognatore d’immensità ama sedersi in una sedia di pietra”, scrive Gaston Bachelard. Ai suoi occhi, la rêverie ha la necessità impellente di trovare immagini di protezione, di rifugio; per sentirsi a proprio agio di fronte all’instabilità del mare, ha bisogno di un’ancora in una rientranza della scogliera. Dalla spiaggia si contempla male il mare, per dominarne la potenza con lo sguardo meglio rannicchiarsi alla sommità delle rocce. Chi contempla troppo a lungo il mare rischia di sentirsi chiamato dall’abisso, dal “crepaccio entro cui il mondo spariva.
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