Amandola, poco dopo le 6 del mattino, il solarium di Villa delle Rose. I pini, i tetti, le colline al di là e oltre, imminente come una mareggiata terrestre, il Crinale appenninico. Guardo la neve a lembi, il viola e il rosa dell’alba. Mi alito sulle mani infreddolite. Qualcosa nel Priore, nella Sibilla, nel Vettore trascina le idee verso una zona arcaica (le civiltà appenniniche, le spinte orogenetiche) e, nonostante il freddo mattutino, la primavera manda segnali di foglie, di frutteti in fiore.
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